Entriamo ora nel cuore degli appartamenti papali voluti da papa Giulio II e meglio noti come stanze di Raffaello.
La Sala di Costantino
La visita guidata delle stanze ha inizio con la Sala di Costantino, affrescata, nel 1523 a tre anni dalla morte del maestro, da Giulio Romano e Francesco Penni, gli allievi di punta della celebre scuola di Raffaello, che ereditarono la commessa dei lavori nell’appartamento papale. Ci troviamo nella sala di rappresentanza del pontefice e per questo gli affreschi mirano a celebrare la gloria della chiesa attraverso la figura dell’imperatore Costantino. Le quattro pareti raffigurano infatti altrettanti episodi della vita dell’imperatore segnati dalla fede nella nuova religione, in particolare nel dipinto con la battaglia di ponte Milvio, l’opera più esaltante della sala, l’imperatore viene rappresentato come paladino della fede cristiana contro il paganesimo incarnato dal rivale Massenzio.
La Stanza di Eliodoro
La successiva stanza di Eliodoro, era quella destinata alle udienze private del pontefice. Il programma iconografico è quindi ancora politico e mira a documentare, in diversi momenti storici dall’Antico Testamento all’epoca medioevale, la miracolosa protezione accordata da Dio alla Chiesa minacciata. I due affreschi della sala più significativi, la Liberazione di San Pietro e la Cacciata di Eliodoro dal tempio, dimostrano la ricerca sempre costante in Raffaello di soluzioni innovative e un attenzione per le novità di successo in campo pittorico. Riprenderà infatti dagli specialisti fiamminghi e veneti gli effetti luministici creando forti contrasti dichiaro scuro caricando le scene di una forza drammatica.
La Stanza della Segnatura
Nella stanza della Segnatura, la biblioteca del Papa, Raffaello compie i suoi esordi dipingendo i due affreschi che decreteranno la svolta artistica del pittore, la Disputa sul Sacramento dell’Eucarestia e la Scuola di Atene.
Nella Disputa sul Sacramento Raffaello rappresenta in alto la chiesa trionfante con le figure di santi e personaggi biblici collocati ai lati della Trinità disposta lungo un asse verticale con la figura di Gesù fiancheggiata da Maria e S. Giovanni Battista.
Nel registro inferiore Raffaello dipinge la chiesa militante, qui i protagonisti vengono coinvolti coralmente nella discussione che si anima intorno l’ostensorio posto al centro dello spazio pittorico con movenze e gesti che rendono estremamente dinamica la rappresentazione.
Con la scuola di Atene Raffaello giunge al vertice della sua creazione dando vita al vero e proprio manifesto pittorico del Rinascimento. All’interno di una colossale prospettiva architettonica che abbraccia tutto lo spazio pittorico, ambienta una fantastica riunione delle più grandi menti del mondo classico, filosofi, scienziati, astronomi, geometri rappresentati con una varietà di pose e gesti e con un dinamismo mai visti prima. Nei personaggi è possibile riconoscere i volti dei contemporanei di Raffaello come Leonardo da Vinci e Bastiano da Sangallo nei panni dei grandi filosofi Platone ed Aristotele che costituiscono il fulcro della rappresentazione o l’architetto di corte Bramante nei panni del matematico Euclide. Raffaello non dimentica di omaggiare anche il suo rivale Michelangelo rappresentato nelle vesti di Eraclito e se stesso con il celebre autoritratto rivolto verso lo spettatore all’estremità destra dell’affresco.
La stanza dell’incendio di Borgo
L’ultima stanza del percorso è quella dell’incendio di Borgo, affrescata sotto il pontificato di Leone X. Le quattro rappresentazioni eseguite prevalentemente dagli allievi di Raffaello riproducono altrettanti episodi del passato che hanno coinvolto i papi con i quali Leone X condivideva il nome, ovvero Leone III e Leone IV. L’originalità e l’inventiva di Raffaello si colgono perfettamente nell’affresco con la rappresentazione dell’incendio di Borgo dove l’episodio drammatico dell’847, che ha visto i saraceni saccheggiare san Pietro e incendiare il quartiere limitrofo, è riportato sulla parete come se fosse una scena per uno spettacolo teatrale articolata in un palcoscenico dove compare l’incendio e un fondale dove emerge la facciata della costantiniana Basilica di San Pietro e la loggia delle benedizioni da dove si affaccia Leone IV.
Dalle stanze di Raffaello si scende nell’appartamento Borgia la dimora di Alessandro VI, affrescata nel 1492 da un’altra importante personalità artistica del Rinascimento, Pinturicchio. La più nota di tutto l’appartamento è la sala dei Santi, dove meglio si nota l’impronta stilistica del maestro. L’affresco più interessante è quello che riproduce la Disputa di Santa Caterina d’Alessandria in cui sono presenti anche numerosi ritratti come quelli dei celebri figli del Papa, Cesare nei panni dell’imperatore e Lucrezia in quelli di Santa Caterina.