
Visita guidata del Mausoleo di Adriano a Castel Sant’Angelo
Nessun edificio come Castel Sant’Angelo traduce in termini architettonici e di bellezza la lunga e complessa storia della Città Eterna. Oggi il monumento richiama alla mente la Roma dei Papi, ma la storia dell’edificio è molto più lunga. Le sue origini risalgono infatti all’epoca romana. In questo articolo vogliamo guidarvi alla scoperta delle vestigia dell’antico Mausoleo di Adriano nascoste o inglobate oggi nella mole di Castel sant’Angelo a cui dedichiamo una delle visite guidate più interessanti della nostra programmazione.Nel II secolo d.c l’imperatore Adriano decise di costruire l’imponente mole come suo mausoleo. La tomba di eccezionale grandezza e straordinaria bellezza fu costruita su committenza dell’imperatore fra il 134 e il 138 d.C. Da un lato l’idea era quella di realizzare un sepolcro che ricordasse e superasse le architetture del precedente mausoleo di Augusto; dall’altro lato l’obiettivo era forse anche quello di emulare lo splendore del mausoleo di Alicarnasso (la tomba di Mausolo di Caria), una delle sette meraviglie del mondo antico. Così Adriano pensò ad un monumento che già quanto a dimensioni fosse stupefacente. E cominciamo proprio con qualche “numero”.
La struttura era molto complessa, costituita da diversi corpi di fabbrica sovrapposti, circondata da un giardino di un ettaro e mezzo e chiusa da una recinzione che alternava pilastri e tratti in muratura a grate in bronzo, abbellite da statue di pavoni anche esse in bronzo. La recinzione aveva una lunghezza di circa 116 metri per lato ed era solo l’introduzione alla complessa sequenza di elementi che costituivano la costruzione vera e propria.

Particolare del podio del Mausoleo in blocchi di tufo
L’esterno del Mausoleo di Adriano era decorato con grande raffinatezza: la struttura era rivestita di lastre di marmo, impreziosita sulla sommità da un fregio con festoni e bucrani, arricchita da lastre applicate con iscrizioni (epitaffi degli imperatori) e infine coronata ai 4 angoli da gruppi scultorei raffiguranti uomini e cavalli di cui Procopio di Cesarea (medico al seguito di Belisario durante le guerre greco-gotiche del VI sec.) ci conserva la memoria.
In questo podio, in direzione del fiume, ma circa tre metri al di sotto del varco attuale , si apriva l’ingresso al monumento funebre. Oggi purtroppo questo non è più visibile a causa dei lavori di demolizione che prima nel 1300 e poi nel 1400 interessarono il settore. Però una parte del dromos (il corridoio che introduceva al vestibolo) è ancora conservata. E del resto, attraversando il piccolo tratto del passaggio antico, si giunge proprio al vestibolo, dove in un’enorme nicchia troneggiava la imponente statua di Adriano. Della statua, resta solo la testa, attualmente esposta ai Musei Vaticani.

Ingresso alla rampa elicoidale dal vestibolo
La sala delle urne è appunto la grande camera di 8 metri di lato e 10 di altezza, dove furono deposte le ceneri degli imperatori da Adriano a Caracalla. Questo ambiente costituiva il cuore del monumento non solo idealmente, ma anche da un punto di vista strutturale, poichè esso si trovava al centro del tamburo che costituiva il secondo grande corpo di fabbrica del complesso. Non è dunque un caso che la camera sia il luogo in cui fu ritrovato il sarcofago di Adriano, mirabile opera di porfido ora reimpiegata come fonte battesimale nella Basilica di San Pietro. Certo il tamburo o cilindro all’interno del quale si trova la camera è ora difficile da riconoscere, perchè prima fu oggetto di spoliazione, poi di incredibili trasformazioni; ma merita certamente di essere descritto poichè era un’opera incredibile. Il cilindro aveva un diametro di più di 60 metri, era ingentilito da un raffinato rivestimento, questa volta di travertino, movimentato da eleganti lesene, e vantava un sontuoso apparato scultoreo disposto a coronamento della sua struttura.

Uno dei pavoni in bronzo oggi esposti nei Musei Vaticani
Eppure le fonti ci raccontano di un complesso architettonico straordinario che riassumeva in sè le competenze tecniche fino ad allora maturate dai Romani, e rifletteva il raffinato gusto estetico ereditato dai Greci. Ed alcune immagini più chiare dell’insieme sono state a noi fornite da pochi, ma fortunatissimi ritrovamenti. Ad esempio possiamo farci un’idea della bellezza dell’apparato scultoreo pensando al famoso Fauno Barberini. La statua, che è un’opera di eccezionale fattura fu rinvenuta nel 1600 nella zona del monumento poi trasformata in fossato del castello. Al momento è esposta nella Glyptothek di Monaco, ma nel II sec. d.C faceva parte della ricca serie di sculture sistemate sulla sommità del tamburo. Così ancora oggi testimonia la cura e l’eleganza con cui l’intero progetto fu concepito e ci fa capire quale esperienza incredibile fosse la vista del Mausoleo di Adriano quando non era ancora fortezza e conservava integra la bellezza delle sue decorazioni.

Fregio marmoreo decorato con festoni e bucrani
Già da questa semplice e breve analisi è facile comprendere come il Mausoleo di Adriano rappresentasse un progetto molto complesso, anche rispetto agli standard dell’epoca. Ma c’era di più: come coronamento di questa coraggiosa sovrapposizione di strutture, pare ci fosse un tumulo decorato a verde, al centro del quale sembra si trovasse un altare o un tempietto dedicato all’Imperatore. Una quadriga imperiale in bronzo dorato sormontava poi questa ultima parte della costruzione, donando al monumento un altezza complessiva di più di 54 metri.
Insomma oggi conosciamo il monumento come fortezza dei Papi, come Castello intitolato all’Angelo, ma quando questi tempi erano ancora lontani il mausoleo era già lì e ricordava con la sua eccezionale imponenza il dominio senza tempo dei grandi imperatori su una storia senza fine.
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