L’ex quartiere ebraico di Roma conosciuto come il Ghetto, è’ un luogo emblematico della città, ricco di memoria storica e tradizione, e che continua ad esercitare una forte attrazione sia per i romani stessi che negli ultimi tempi per i turisti.
Il visitatore che decide di camminare per le strade del Ghetto, alla pari di altri caratteristici quartieri come Trastevere e Campo de’ Fiori, può infatti imbattersi nelle numerose bellezze architettoniche del luogo piuttosto che scoprire monumentali testimonianze archeologiche o gustare i prodotti tipici della tradizione culinaria romana. Insomma, il Ghetto possiede tutti gli ingredienti per dedicargli una visita prima di lasciare Roma.
Cosa vedere nel Ghetto ebraico di Roma
Il nostro excursus sulle attrazioni del Ghetto non può che cominciare dalla Sinagoga cuore religioso della comunità ebraica di Roma. Venne inaugurata nel 1904 in seguito alla riqualificazione dell’intero quartiere. Il ghetto fu infatti, dopo l’unità d’Italia ed alla sua abolizione, sottoposto ad una completa ricostruzione. Il primitivo luogo di culto, l’edificio chiamato delle “cinque scole” venne per questo sostituito dall’attuale Tempio maggiore. L’edificio monumentale è ispirato allo stile assiro babilonese con elementi egittizanti e moreschi, a ricordare la storia e le peregrinazioni del popolo ebraico.
La sinagoga ospita inoltre l’interessante museo della comunità ebraica dove trovano posto pregiati oggetti legati alla liturgia ebraica insieme a tessuti ed argenti destinate all’arredo delle antiche sinagoghe.
Via del portico di Ottavia è oggi considerata il Corso del quartiere, punto di riferimento e luogo d’incontro della comunità ebraica di Roma che conta circa 16.000 persone. Anche se solo una minima parte risiede all’interno dell’ex ghetto l’area esercita un forte richiamo. Qui si aprono i più famosi ristoranti ed i negozi con i dolci tipici del ghetto dove gustare piatti della cucina tradizionale giudaico-romana ed i celebri dolci tipici.
Nonostante la radicale risistemazione del quartiere come abbiamo visto, avvenuta in seguito all’Unità d’Italia, è tuttavia ancor oggi possibile imbattersi in edifici che conservano l’identità di un tempo come la casa di Lorenzo Manili. Un edificio restaurato in pieno rinascimento esattamente nel 1468 da un facoltoso cittadino che, in linea con i gusti antiquari dell’epoca, volle celebrare l’impresa alla stregua degli antichi romani ovvero applicando una lunga iscrizione (tuttora ben visibile) commemorativa in latino e decorando l’esterno con reperti archeologici.
Accanto al palazzo Manili si trova un un piccolo monumento dalla forma circolare che si inserisce in maniera singolare nell’architettura circostante, il Tempietto del Carmelo. Situato ai confini del ghetto storico qui avvenivano le cosiddette messe “coatte” finalizzate alla conversione forzata degli ebrei che erano obbligati ad assistervi.
Sempre al di fuori dei limiti storici del ghetto alla fine della suggestiva stradina di Via della Reginella si incontra una gioiello davvero inaspettato: la fontanina delle tartarughe. Questa singolare fontana, tra le più raffinate opere del suo genere, venne realizzata nel tardo ‘500 da Taddeo Landini e Giacomo della Porta e resa celebre dalla presenza delle tartarughe in bronzo aggiunte più tardi da G. L. Bernini in seguito ad un intervento di restauro. Sulla piazza si affacciano i Palazzi appartenuti alle nobili famiglie Mattei e Costaguti, un interessante complesso edilizio che conserva ancora i caratteri tipici dell’architettura rinascimentale.
Il ghetto è anche ricco di numerose ed imponenti testimonianze del passato. Sono visitabili all’interno della piccola ma interessantissima area archeologica che comprende i resti dei templi di Apollo Sosiano e di Bellona, le arcate esterne del Teatro di Marcello ed il celebre Portico di Ottavia. Quest’ultimo, di cui si conservano solamente i propilei, ha contribuito a creare uno degli scorci più suggestivi del ghetto ma anche di Roma stessa. La storia millenaria di questo monumento ha inizio con Augusto che volle dedicare alla sorella Ottavia un precedente porticato per legarlo, insieme al teatro di Marcello, alla memoria della sua gens. Nel medioevo la zona venne destinata a mercato ittico conservando questa funzione fino al 1880. La forte relazione con il ghetto a fatto si che una dei piatti tipici dalla cucina tradizionale ebraico-romanesca sia costituita proprio dal brodo di pesce.
Inserita tra le vestigia del Portico d’Ottavia è la chiesa di Sant’Angelo in pescheria celebre perchè da qui nel 1347 si mosse il rivoluzionario Cola di Rienzo alla conquista del Campidoglio.
Come visitare il Ghetto con una guida turistica
Se desiderare scoprire a fondo la bellezza e la storia di questo celebre quartiere e conoscere ogni dettaglio dei suoi luoghi e monumenti più significativi potete scegliere la nostra visita guidata di Trastevere e Ghetto. Il programma prevede il tour del ghetto ebraico di Roma ed il tour dell’Isola tiberina e del pittoresco rione Trastevere.
CONTATTACI
0